Ricordate la vicenda riguardante il consigliere Pino Ippolito, il sindaco ed il suo matrimonio?
Era il mese di Maggio e durante una seduta del Consiglio comunale veniva affrontata la questione relativa ad un articolo apparso sul periodico “Azione Metropolitana”, il giornale del Circolo “Armino” di cui è presidente il consigliere di opposizione Pino Ippolito.
Nello specifico, veniva criticato dal sindaco il passaggio di un articolo in cui il direttore del giornale, Rocco Lentini, accusava il primo cittadino di essersi servito dei mezzi della municipalizzata Ppm per il montaggio degli addobbi in occasione del matrimonio.
In consiglio Ippolito ribadiva si sia trattato di un illecito, mentre il sindaco si difendeva, esibendo le fatture del pagamento avvenuto in favore della Ppm, proprio per il noleggio dei mezzi e per il servizio di trasporto.
Oggi, poche ore fa, è giunta la risposta della Ppm alla richiesta di accesso agli atti presentata da Pino Ippolito; ne è seguito un comunicato stampa, che porta la firma del Circolo “Armino”.
Si legge nella nota: «La società Ppm controllata al 100% dal Comune di Palmi – sotto il profilo sostanziale né più né meno che un ufficio interno alla municipalità – ha risposto alle nostre richieste di accesso agli atti. Né lo statuto né la carta dei servizi prevede il noleggio a privati della gru con cestello elevatore che la società di norma impiega nella manutenzione del verde pubblico. D’altra parte, a controllo avvenuto, il solo noleggio di quel tipo nella storia della PPM è quello concesso al sindaco per il tramite di un fiduciario».
Non sarebbe quindi possibile che un privato cittadino faccia richiesta dei mezzi della municipalizzata, per trasportare materiale privato. I mezzi in dotazione alla Ppm sono utilizzabili solo ed esclusivamente per svolgere lavori pubblici.
«Attendiamo ora, ma senza fiducia, la querela che il sindaco ha promesso in consiglio comunale al nostro giornale e al suo direttore responsabile, reo di aver dato notizia di questa meschina vicenda di paese – prosegue la nota stampa del Circolo – Siamo noi, piuttosto, a decidere di non rivolgerci alla magistratura perché accerti l’eventuale abuso di ufficio. È già troppo dover costatare l’invito ad uscire dall’aula rivolto dal primo cittadino al nostro rappresentante in Consiglio durante l’ultima seduta e il disprezzo per la libertà di stampa che si spinge sino all’invito al rogo del nostro giornale, un’immagine che dovrebbe farci inorridire tutti perché rimanda ai tempi più cupi della nostra storia, quelli della dittatura fascista».