Il gup di Reggio Calabria Candito ha assolto Giuseppe Squillace dai reati di tentata estorsione e rapina aggravata dalle modalità mafiose.
L’uomo era stato tratto in arresto nell’ambito dell’operazione dei carabinieri “Hybris”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, che aveva raggiunto 59 persone.
Secondo l’accusa, Squillace avrebbe costretto Camillo e Damiano Iaraci – quest’ultimo materiale autore del furto di un escavatore “komatsu”, avvenuto in località Isca sullo lonio, in provincia di Catanzaro, nella notte tra il 3 e 4 marzo 2021, ai danni di una ditta di costruzioni – a restituire li bene sottratto o il controvalore in denaro.
Squillace insieme ad altri, era dunque chiamato a rispondere delle ipotesi di reato di estorsione e rapina aggravate dal metodo mafioso.
Con ordinanza dell’11.04.23 il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria riqualificava la condotta di reato di cui agli articoli 56-629 del codice pensale in tentata, con esclusione dell’aggravante del metodo mafioso, confermando poi la custodia cautelare in carcere.
A seguito di giudizio senza rinvio poi, la Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento cautelare.
La difesa di Squillace rappresentata dagli Avvocati Francesco Calabrese e Domenico Borgese, era riuscita già nella fase cautelare a dimostrare la completa inesistenza del quadro di gravità indiziaria, valutazione confermata anche in sede di giudizio di legittimità.
A sancire infine l’estraneità dello Squillace alle contestazioni mosse è intervenuta la sentenza di assoluzione emessa dal Giudice per l’Udienza Preliminare di Reggio Calabria, il quale ha accolto le argomentazioni puntualmente esposte dai difensori Calabrese e Borgese che nel corso dell’intervento conclusivo, all’udienza del primo febbraio scorso, avevano evidenziato e riscontrato l’assenza di ogni profilo di illiceità nell’agire dello stesso.