Si e’conclusa ieri sera la sesta edizione di Trame, il festival di Lamezia Terme dedicato ai libri sulle mafie, iniziato il 15 giugno scorso.
Un evento ormai consolidato a livello europeo, il Trame Festival e’ una voce che racconta e informa sui fenomeni mafiosi e sulle conseguenze del malaffare. Una manifestazione che abbraccia ogni settore culturale, dalla storia alla letteratura, dal giornalismo alla politica, dalla musica al teatro. Legalità e libertà alla base dell’ attività di informazione che ormai da sei anni il popolo di Trame si propone di divulgare con impegno e costanza.
Quindicimila presenze di pubblico per cinquanta ore di festival: workshop, mostre, video installazioni, documentari, film, tavole rotonde, incontri musicali, spettacoli e presentazioni di libri, centoquarantasei volontari e ottantacinque ospiti.
Sono questi alcuni dei numeri registrati durante la sesta edizione del Trame Festival.
In chiusura del festival, ieri sera, al teatro Grandinetti di Lamezia Terme, il tutto esaurito per lo spettacolo di Marco Travaglio con Giorgia Salari, per la regia di Valerio Binasco: Slurp – lecchini, cortigiani e penne alla bava, la stampa al servizio dei potenti che ci hanno rovinati” .
Un recital teatrale in cui il direttore del Fatto Quotidiano attraverso una carrellata di immagini, foto e articoli di giornali, ha ripercorso con la sua graffiante ironia, gli anni del giornalismo dall’era del fascismo fino ai giorni nostri. Travaglio non ha risparmiato nessuno: Da Mussolini a Renzi senza tralasciare Napolitano Craxi e Berlusconi insieme a numerosi altri capi di stato, politici e giornalisti.
Travaglio ha chiuso lo spettacolo con un messaggio chiaro al pubblico: “possiamo e dobbiamo decidere se convivere con la corruzione, con una politica che fa gli interessi di pochi, se seguire una cattiva o comunque incompleta informazione oppure rimboccarci le maniche e diventare teste pensanti e cittadini attivi. Perché la vera sfida è una, la consapevolezza: decidere se continuare a vivere nella paura o come pecore con il capo chino, oppure alzare la testa in difesa della propria libertà, sviluppando la giusta coscienza critica, perché la verità rende liberi”.