HomeSocietà"La ricchezza nascosta nelle persone e nelle cose"

“La ricchezza nascosta nelle persone e nelle cose”

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Di Liù Frascà – Nei giorni scorsi l’A.D.I.C. (Associazione Donne Insegnanti Calabresi) insieme con il CIF (Centro Italiano Femminile) di R.C. e l’UDI (Unione Donne Italiane), alla presenza del sindaco di Gioia Tauro Aldo Alessio e dell’assessore alla cultura Carmen Moliterno, ha partecipato ad una manifestazione in ricordo di tre donne calabresi che si sono distinte come prime donne elette al consiglio comunale nel 1946: Giovanna Ardissone a Gioia Tauro, Rita Maglio e Maria Mariotti a Reggio Calabria, tutte e tre insegnanti

L’iniziativa si è svolta all’interno delle manifestazioni del Festival del Genio Femminile di Calabria che quest’anno ha come tema “Donne tra politica e istituzioni” e, per importanza storica, letteraria, pedagogica, politica, sociale, sta avendo diffusione in tutt’Italia con la riproduzione del modello proposto dalla direttrice artistica del Festival “La Calabria delle donne”, Mariangela Preta.

Io, come socia A.D.I.C. aspettavo l’incontro che già da tempo si intuiva molto interessante per la professionalità dei relatori e i nomi delle protagoniste della giornata culturale.

Per la direttrice didattica Giovanna Ardissone (Gioia Tauro) il racconto è affidato allo storiografo Vittorio Savoia con prefazione della presidente A.D.I.C. Rina Ciccarelli;

per l’insegnante Rita Maglio a Caterina Iacopino dell’UDI di R.C.;

per la teologa Maria Mariotti a Franca Carrbotta del CIF di R.C.

L’introduzione e la coordinazione dei racconti sono state affidate all’archeologa Simona Bruni, direttrice del museo Metauros di Gioia Tauro e del museo di Lamezia Terme.

A Maria Mallamace il compito di raccontare le sue esperienze come direttrice dell’Archivio di Stato.

Il progetto è stato presentato dall’archeologa Mariangela Preta, direttrice del Museo di Soriano Calabro e direttrice del Festival.

La prima parola che mi ha colpito entrando nel museo è stata racconta, parola impressa nella locandina dove si dice che è il museo archeologico che racconta. Infatti, relatori e relatrici hanno svolto il loro intervento sotto forma di racconto, con dovizia di particolari rafforzati dalla propria esperienza di lavoro e dall’entusiasmo.

Un’altra parola su cui voglio soffermarmi è la parola carta che è il tesoro della scrittura e della stampa.

Le direttrici Simona Bruni, Mariangela Preta e Maria Mallamace hanno illustrato il valore dei documenti che, catalogati e studiati, sono una miniera non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per tutta la comunità da cui sono partiti perché sono i documenti che creano la storia e il suo cammino. Ecco che in ogni manifestazione del genere vengono invitati i giovani perché non si perda la ricchezza del proprio territorio in termini culturali e storici, come base per comprendere la propria identità.

La memoria, da parte nostra, è doverosa, nel riconoscere donne protagoniste della storia cittadina, antesignane in diversi campi del sapere e del fare.

Tutte e tre le donne del racconto sono state insegnanti e tra il pubblico si notavano i giovani delle nostre scuole di Gioia Tauro: a loro il compito di non dimenticare le origini e di aprirsi al mondo, esprimendo in modo fattivo, creativo, originale e speciale le loro intuizioni, inclinazioni e i loro interessi.

La vita ci fa incontrare le persone e le cose che ci possono aiutare a crescere….

Per me è stato così: ho conosciuto l’insegnante Giovanna Ardissone da piccola, quando insieme con Luciano, suo nipote e mio compagno alle elementari, svolgevo sotto la sua guida i compiti nel pomeriggio, nelle sua casa.

Ed ancora: per stilare la mia tesi di laurea sui sinodi diocesani di Mileto sono stata indirizzata dal canonico Pignataro di Oppido, studioso di testi antichi, alla professoressa Maria Mariotti di Reggio Calabria che mi ha dato suggerimenti e consigliato dei testi. Il suo studio, ricordo, aveva un pianoforte su cui erano poggiati tanti, tanti libri. La mia storia così si lega a quella di due donne dai forti interessi culturali, impegnate anche a riconoscere i bisogni degli altri ed andare loro incontro in prima persona, forti di fede, di studio, di lavoro, di umanità, di coraggio.

Di Rita Maglio non conoscevo nulla. Ho imparato a conoscerla con l’incontro di giorno 23. Viene ricordata per la sensibilità verso le ingiustizie sociali, la lotta alla povertà, per le iniziative in favore delle lavoratrici agricole.

La passione politica la portò alla fondazione dell’Unione Donne Italiane. Aveva un carattere determinato, credeva nella libertà e nella cultura come veicolo di riscatto e di autonomia per l’emancipazione delle donne.

Per Giovanna, Rita e Maria la parola che mi piace sottolineare è sguardo: ovunque posassero lo sguardo c’era un problema da risolvere. La loro sensibilità le portava a guardarsi intorno con chiarezza e procedere con sollecitudine.

Con la loro attività seppero migliorare la condizione delle donne nel dopoguerra.

Giovanna stava vicino agli emigrati con i suoi articoli nella rubrica del giornale “La stella degli emigranti”. Metteva il suo tempo a disposizione delle casalinghe per far ottenere loro la pensione. Si impegnò come consigliera comunale a Gioia Tauro dopo le elezioni del 1946 e lavorò per le famiglie disagiate. Nella scuola aprì una biblioteca e ricevette la medaglia d’oro per meriti scolastici.

Di Rita mi piace ricordare il suo contributo per le lavoratrici in agricoltura, considerando che si tratta di problematiche ancora attuali, allargatesi oggi agli extracomunitari impegnati nella Piana e altrove. A Reggio Calabria è stata la prima donna eletta al consiglio comunale, simbolo della resistenza e della lotta di classe.

Una parola sola racchiude le attività e le personalità di queste tre donne cultura, il cui significato è anche civiltà, perché i frutti che si ottengono con il libro, lo studio, la ricerca si espandono a tutta la società.

Così mi piace concludere queste mie riflessioni, invitando ad approfondire ogni esempio di donna di cui ho parlato per scoprirne aspetti ancora più inediti.

Così farò anch’io!

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