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Consulta giovanile a Rosarno: Bonelli risponde alle accuse

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ROSARNO – Non si arrestano, a Rosarno, le polemiche legate allo smembramento della Consulta Giovanile Comunale, scaturito dall’autosospensione di ben 30 ragazzi «in segno di solidarietà al dimissionario presidente del consiglio, Pasquale Papaianni».

Stamattina, l’assessore alle Politiche Giovanili, Francesco Bonelli (presidente legale della Consulta), in presenza del sindaco Elisabetta Tripodi, ha incontrato la stampa, facendo il punto della situazione.

«Prendo atto delle dimissioni di Papaianni – ha esordito il membro di giunta – rammaricandomi per la scelta attuata dai ragazzi, mandati allo sbaraglio da qualche occulto regista, ed ai quali voglio far sapere di essere pronto ad accoglierne le istanze, dando tutte le spiegazioni che vorranno».

Bonelli ha specificato che «vice presidente, segretario, ed alcuni membri del Consiglio avevano rassegnato le dimissioni dalle rispettive cariche, ancor prima del Presidente, lasciando trasparire un netto dissenso dal modo di operare di quest’ultimo».

Durante una riunione svoltasi presso palazzo “S. Giovanni”, il vicepresidente del consiglio, Gianluca Sapio, aveva infatti sollevato delle perplessità circa la partecipazione di Papaianni e quella del suo segratario, Carmelo Puglisi, ad un organo di direttivo politico (partito Socialista), oltre che per una incompatibilità di ruoli, per via della mancata comunicazione dell’evento, «appreso solamente tramite stampa». Lo stesso Bonelli, nonostante Papaianni lo avesse precedentemente avvisato del suo avvicinamento ad un partito politico, si dichiarava «sorpreso a causa dell’adesione ad incarichi di direttivo».

Nei giorni a seguire fu indetta una riunione pubblica, in presenza dei genitori dei minorenni e di alcuni esponenti politici locali (Fli), nella quale si apprese la volontà di Papaianni di voler rinunciare al proprio mandato e nella quale si registrava l’assenza di Bonelli.

A quell’evento sono seguite le dimissioni da parte dei ragazzi, che hanno accusato l’assessore di aver «disertato quasi tutte le riunioni, dimostrando di non essere dalla parte dei giovani».

«Non sono esclusivamente l’assessore della Consulta – ha risposto Bonelli – e la mia assidua presenza non è obbligatoria, anche se, ogni qual volta sono stato chiamato in causa, ho dato il mio contributo e la massima disponibilità». Un altro punto toccato in mattinata è stato quello relativo alla richiesta, da parte di Papaianni, dell’ assegnazione della sede (ex Piana Informa) di via Umberto: «si tratta di un immobile non agibile – ha spiegato, fotografie alla mano, il presidente legale della Consulta – in quanto le infiltrazioni d’acqua hanno causato il crollo dell’intonaco del soffitto del vano superiore, mentre il piano terra è privo di servizi igienici». In alternativa, fu proposta l’opportunità di ottenere un immobile confiscato alla ‘ndrangheta «opzione avallata da Papaianni senza addurre validi motivi».

Prima di passare la parola al sindaco, Bonelli, ha spiegato che «saranno rivisti sia il regolamento che lo statuto, in quanto quello ereditato dal periodo commissariale è carente sotto molti punti». Ora bisognerà lavorare per “ristrutturare” la Consulta «insieme a chi ha deciso di restare, con chi vi aderirà e con i ragazzi che, spero, decideranno di fare un passo indietro».

Rammarico e dispiacere sono stati espressi da Elisabetta Tripodi, che avrebbe gradito, oltre ad un maggiore coinvolgimento da parte dei ragazzi, «aver potuto discutere con gli organi direttivi, prima che questi giungessero ad un gesto così eclatante, appreso solamente a mezzo stampa». Augurandosi un ripensamento di massa, la donna si è detta disponibile ad intavolare un dialogo positivo con i ragazzi, affinchè si possa dare nuovo slancio a questo organismo che «deve rimanere estraneo a condizionamenti politici, da qualsiasi parte essi arrivino»

Francesco Comandè

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