Leggo con rammarico sulla stampa e sulla Gazzetta del Sud la rottura della mediazione della regione Calabria con il cosiddetto comune capofila dell’Ambito territoriale 2, Rosarno.
Abbiamo mandato centinaia di documenti e perizie redatte da professionisti di alto livello, e diverse lettere in cui abbiamo chiesto invano sopralluoghi di verifica su osservazioni di cui renderemo conto ai palmesi, e di cui tutte le ispezioni da 30 anni non hanno mai avuto da ridire.
Grazie alla dottoressa Silvia Carbone, all’avvocato Greco, all’architetto Gabriella Bonasera, sempre molto pazienti e aperti al dialogo che il signor sindaco di Rosarno, a parole e cortesemente ha accordato, senza tuttavia attuare le promesse fatte, di cui si è sempre detto convinto, riconoscendone la validità.
I documenti, come sempre, sono consultabili da parte di tutti i cittadini della Piana da cui provengono tutti i nostri carissimi ospiti e centinaia di bambini del centro di riabilitazione, con lunghe liste di attesa.
Mi dicono che nel corso dell’ultimo incontro avvenuto tra la dirigente del servizio del comune di Rosarno e la Regione è stato assicurato che i nostri giovani saranno ospitati in un’altra struttura già pronta.
Benvenuta!
Se ci daranno la possibilità di esistere ce ne saranno due, e ritengo siano necessarie.
Si sappia comunque che oltre trent’anni fa, quando i disabili stavano chiusi in casa per negligenza politica e sociale, i palmesi, senza una lira dallo Stato, hanno realizzato il centro “Presenza” che tutti conoscono.
«Dopo il fallimento di tante opere esistenti nella nostra città, non si capisce a chi e perché stiamo dando fastidio»: lo dicono il caro onorevole Giuseppe Mattiani, il nostro sindaco Giuseppe Ranuccio e centinaia di persone, incluse le autorità regionali, mentre da Rosarno il sindaco dice e poi nega, ed i burocrati o forse i dirigenti del servizio, sono ciechi sordi ma non muti.
Il problema? Il muro o gli specchi basculanti, tra l’altro già istallati.
Aspettiamo con fiducia che il buon senso prevalga
Don Silvio