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Alla Koa Bosco il premio Campione per l’integrazione

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Un momento della premiazione. Bagalà, insieme ad altri premiati.
Un momento della premiazione.

ROSARNO – Si chiama “campione per l’integrazione” il premio ricevuto dalla squadra Koa Bosco di Rosarno, consegnato nelle mani del suo direttore generale Domenico Bagalà, lo scorso 30 gennaio a Milano, presso Palazzo Marino.

Il premio, di rilevanza nazionale, rientra nell’evento annuale di Premio Campione, ideato dal fondatore dei City Angels, Mario Furlan, che si svolge ogni anno a Milano e riconosce l’operato di chi nel silenzio, dedica il suo tempo a chi è meno fortunato.

Ed è proprio quello che ogni giorno fanno il direttore Bagalà, insieme all’instancabile don Roberto Meduri, parroco della chiesa del bosco di Rosarno e presidente della squadra e al mister Mimmo Mammoliti, allenando e sostenendo la Koa, squadra di calcio formata interamente da migranti africani che vivono nella vicina tendopoli di San Ferdinando.

La squadra da quest’anno, grazie agli aiuti forniti dagli sponsor e da qualche cuore generoso, è stata iscritta al campionato di terza categoria, facendo si che possa ogni domenica disputare incontri sul campo di calcio con le altre squadre della piana.

La Koa, che sta per Knights of the Altar (cavalieri dell’altare), nome di un gruppo di gospel composto da migranti, rientra in un importante progetto di integrazione degli africani presenti sul territorio e si concretizza sia sul campo di calcio, dove si sperimenta il gioco di squadra sia in progetti futuri che a breve verranno realizzati e riguardano, tra gli altri, la creazione di un coro Gospel, proprio presso la piccola chiesa di Sant’Antonio.

Ed è proprio per il lavoro svolto in questi mesi, che City Angel ha voluto premiare la Koa attraverso la sua statuetta di vetro con il famoso cuore rosso, consegnato dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia nelle mani del direttore sportivo.

Molti i volti noti tra le personalità premiate tra cui Martina Colombari, conduttrice Tv, Massimo Mauro ex calciatore di serie A e Don Aniello Manganello ex parroco di Scampia impegnato oggi nella terra dei fuochi.

«Per noi della Koa – ha detto Bagalà- questo premio è molto importante. Scalda i cuori e rappresenta un grande messaggio di solidarietà e integrazione. Gli allenamenti, le partite, sono molto coinvolgenti per i ragazzi- ha aggiunto – nonostante si svolgono dopo lunghe e stancanti giornate di lavoro. Stiamo continuando il nostro progetto, nonostante la scarsità di aiuti – conclude Bagalà – anche se devo riconoscere l’importante contributo della Caritas diocesana che ci affianca ed è sempre presente.»

L’entusiasmo e la voglia di fare però, subito dopo, vengono seguite da parole piene di rabbia pronunciate dallo stesso Bagalà, per le condizioni “terribili in cui vivono i ragazzi nella tendopoli” nonostante “tutti sanno e nessuno fa nulla, a partire dai politici”. Bagalà racconta come la vita nella tendopoli è particolarmente dura senza corrente nè acqua calda, ed esprime stupore e rammarico per condizione di “cecità davanti tutto questo”.

Non manca però la voglia di continuare, tanti i progetti in cantiere e prossimamente un’importante proposta, per la prima volta in Italia di collaborazione tra la Koa e un ente, per cui lo stesso Bagalà non ha voluto svelare altro.

Nonostante le difficoltà, la Koa continua il suo operato, il suo ambizioso progetto di integrazione e lo fa sostenuta da questo importante premio stretto nelle mani di Bagalà.
Angela Angilletta

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