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Cambiamenti climatici e povertà rurale

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I leader mondiali chiedono investimenti urgenti e innovativi per aiutare le comunità rurali dei paesi più poveri del mondo ad adattarsi al cambiamento climatico. Parlando all’apertura della riunione annuale del Consiglio dei Governatori a cui partecipano 177 Stati membri del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) delle Nazioni Unite, i leader hanno sottolineato in particolare la vulnerabilità dei piccoli agricoltori ai gravi eventi meteorologici, come le tempeste che hanno devastato il Madagascar nelle ultime settimane uccidendo almeno 121 persone e distruggendo più di 176.000 ettari di terreno.

“Il pesante tributo lasciato da questi cicloni causa difficoltà per gli agricoltori ma anche per l’intero paese”, ha detto Andry Rajoelina, Presidente del Madagascar. Ha invitato gli altri leader africani a sviluppare un piano continentale per lo sviluppo agricolo e ad affrontare i rischi del cambiamento climatico. “Mettiamo insieme le nostre forze, il nostro potenziale e il nostro know-how in modo che i nostri paesi raggiungano l’autosufficienza alimentare e che i nostri giovani abbiano un lavoro”, ha detto.

In risposta alla minaccia che il cambiamento climatico rappresenta per le popolazioni rurali, il Ministro dell’Economia e delle Finanze italiano Daniele Franco, ha detto che quest’anno l’Italia aumenterà il suo impegno finanziario internazionale per far fronte ai cambiamenti climatici di tre volte, raggiungendo circa 1,5 miliardi di dollari all’anno fino al 2026.  “Il cambiamento climatico, il degrado ambientale e la perdita di biodiversità rappresentano una minaccia immediata per le risorse naturali, così come per la vita e i mezzi di sussistenza delle popolazioni rurali”, ha detto. E ha aggiunto: “I sistemi alimentari risentono fortemente degli shock climatici in rapido aumento. I loro effetti sono più gravi per le comunità rurali povere ed emarginate che pur essendo le più colpite, sono quelle che contribuiscono meno a tali fenomeni. Invertire queste tendenze richiede soluzioni innovative. Dobbiamo evitare che i progressi fatti all’interno dell’Agenda 2030 siano resi vani, a tal fine il Fondo svolge un ruolo chiave”.

Nel suo discorso di apertura, il Presidente dell’IFAD, Gilbert F. Houngbo, ha sottolineato che i piccoli produttori sono colpiti duramente da una crisi che non hanno creato, eppure attualmente ricevono solo l’1,7% dei finanziamenti per il clima. Il cuore del problema è l’iniquità.

“La pandemia e il cambiamento climatico hanno messo a nudo la vulnerabilità dei piccoli produttori e la situazione di iniquità per cui le persone che producono un terzo del cibo del mondo ricevono solo sei centesimi per ogni dollaro di prodotto che generano”, ha detto. “Non c’è sostenibilità o resilienza senza una maggiore equità”.

Parlando da una nazione insulare che è stata colpita da 14 cicloni dal 2016 ad oggi, Aiyaz Sayed-Khaiyum, Primo Ministro ad interim delle Figi, ha anche sottolineato la vulnerabilità degli agricoltori di fronte a situazioni climatiche estreme. “Diciamo spesso che le nostre nazioni sono in prima linea nel cambiamento climatico. Le nostre comunità rurali sono la prima linea del fronte”, ha detto. “È chiaro che sradicare la povertà rurale richiede un approccio radicalmente nuovo per costruire resilienza rurale. Ed essendo alcune delle nazioni più vulnerabili del mondo, i piccoli Stati richiedono un’attenzione speciale, un rapido accesso alle risorse e soluzioni su misura.”

Molte di queste soluzioni richiedono l’accesso alla finanza, secondo Sua Maestà Máxima Zorreguieta Cerruti d’Orange-Nassau, Regina dei Paesi Bassi, Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la finanza inclusiva per lo sviluppo (UNSGSA). “L’agricoltura impiega due terzi delle popolazioni dell’Africa sub-sahariana e rappresenta quasi un terzo del PIL. Eppure i piccoli produttori rurali sono sistematicamente sotto finanziati – e lo sono ancora di più dopo la pandemia”, ha detto. “C’è un’opportunità per gli innovatori responsabili del settore privato di intervenire e contribuire a colmare il deficit di finanziamento globale di 170 miliardi di dollari, per aiutare i piccoli produttori ad avere accesso al credito e ai mercati”.

Iván Duque Márquez, presidente della Colombia, ha anche sottolineato l’importanza di “fare buon uso delle opportunità offerte dall’innovazione e dai finanziamenti per raggiungere una ripresa inclusiva e resistente al clima in cui i piccoli produttori hanno, o avranno, un ruolo di primo piano”. Nel 2020, la fame nel mondo è aumentata in gran parte a causa del cambiamento climatico, della povertà e dell’impatto della pandemia da COVID-19. Una persona su 10 nel mondo oggi soffre la fame. Nei prossimi 3 anni, l’IFAD dedicherà almeno il 40% delle sue risorse principali ai finanziamenti per il clima. Attualmente sta mobilitando 500 milioni di dollari per il suo fondo climatico ASAP+ che vuole essere il più grande fondo per il clima dedicato ai piccoli produttori.

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