In Calabria, la politica si misura anche nei numeri. E se è vero che i sondaggi non raccontano tutto, è altrettanto vero che offrono uno spaccato utile per comprendere la percezione pubblica dei leader istituzionali. Il recente sondaggio del Sole 24 Ore sul gradimento degli amministratori locali ha acceso il dibattito, soprattutto a Reggio Calabria, dove i dati relativi al sindaco Giuseppe Falcomatà sono stati oggetto di una lettura critica da parte dei consiglieri comunali di maggioranza.
Secondo il quotidiano economico, Falcomatà avrebbe perso 11 punti percentuali rispetto al 2020. Ma i consiglieri civici ribattono: il confronto è fuorviante, perché si basa sul ballottaggio (dove il sindaco ottenne il 58%) e non sul primo turno, dove raccolse il 37% dei voti. Alla luce dell’attuale 47% di gradimento, il dato reale – sostengono – è un +10%, segno di una fiducia crescente nonostante le difficoltà del secondo mandato, segnato da una lunga sospensione poi annullata dalla Cassazione.
Dall’altro lato della regione, il presidente Roberto Occhiuto si conferma tra i governatori più apprezzati d’Italia. Con un gradimento del 58%, in crescita rispetto al 54,5% ottenuto alle elezioni del 2021, Occhiuto si piazza al quinto posto nazionale e al primo tra i presidenti del Sud. Un risultato che, secondo i suoi sostenitori, premia la concretezza dell’azione di governo e la capacità di restituire alla Calabria un ruolo da protagonista nel panorama nazionale.
Due percorsi diversi, due leadership che si misurano con sfide complesse: da un lato la ricostruzione del rapporto con la cittadinanza dopo una fase giudiziaria travagliata, dall’altro la gestione di una Regione in cerca di riscatto. In entrambi i casi, i numeri raccontano una Calabria che osserva, valuta e – in modi diversi – continua a credere nei propri rappresentanti.
